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Martedì, 16 Settembre 2014 00:00

Sagra dell'uva, la sfida: riconquistare le tavole nostrane

Italia, victoria, palieri, red globe, sultanina, pizzutella e altre decine e decine di varietà.
Parlare dell'uva da tavola prodotta nell'arco ionico occidentale è come sfogliare la carta dei vini di un rinomato ristorante: ce n'è per tutti e per tutti i gusti. Eppure sulle tavole dei tarantini, nelle occasioni migliori, è più facile trovare un'insipida fetta di ananas.

Prima della crisi e degli scherzi del mercato, quindi, il nemico giurato della nostra ottima uva finiamo per essere proprio noi. La sensazione è stata chiaramente avvertita ascoltando gli interventi dei relatori del convegno "Multifunzionalità dell'agricoltura e produzioni tipiche locali come volano del territorio", celebrato a Castellaneta Marina lo scorso 13 settembre durante la sagra dell'uva.

L'appuntamento, ripreso dopo molti anni di assenza per volontà dell'amministrazione comunale, in particolare dell'assessorato all'Agricoltura, e con il sostegno del Gal "Luoghi del Mito", ha celebrato l'uva da tavola con un occhio attento alle potenzialità del prodotto e alle difficoltà patite, oggi come ieri, da un comparto che resta primario ma che stenta a consolidare risultati economici. L'uva è buona e non si vende, quindi, o meglio si vende male.

E poi la crisi e, quest'anno, l'embargo russo, fanno il resto trasformando i produttori in eroi. Ecco perché l'amministrazione, rompendo la consuetudine della sagra, ha preferito non asssegnare alcun premio al grappolo più grosso o all'uva più buona, tributando a tutti un riconoscimento.

Produrre è sempre più una sfida, quindi. E gli agricoltori si aspettano risposte soprattutto dalla politica. C'è chi, come il presidente del Gal Paolo Nigro, vede nel premier Matteo Renzi l'uomo giusto per affrontare il contigente e chi, come il sindaco di Castellaneta Giovanni Gugliotti, chiede di sedersi al tavolo di concertazione per affrontare la crisi.

Ma tornando all'ananas e all'uva, la sfida vera parte molto lontano dai campi, perché è nelle case dei consumatori. Se i bambini sono protagonisti di un'infinità di progetti per promuovere il consumo di frutta, infatti e i turisti scelgono la nostra terra proprio per i suoi prodotti, è sugli adulti che bisogna lavorare per rendere affascinanti grappoli e tralci.

Anche perché l'uva riesce ad adattarsi al mercato, grazie al lavoro che si svolge in luoghi come l'Unità di Ricerca per l'Uva da Tavola e la Vitivinicoltura in Ambiente Mediterraneo di Turi. Donato Antonacci e Rocco Perniola, direttore e collaboratore dell'unità, hanno portato la loro esperienza accademica al convegno, parlando di incroci, proprietà salutari e aneddoti storici sull'uva da tavola.

Dalle cattedre al mondo dell'agricoltura, e conseguentemente dell'enogastronomia, il passo è breve. Gli istituti professionali di settore lo stanno sperimentando da tempo, tanto da diventare parte integrante di iniziative come queste. Alunni e docenti del Perrone di Castellaneta e del Mondelli di Massafra, rispettivamente alberghiero ed agrario, hanno offerto ai presenti un rinfresco a base di uva e un'occasione per discutere di opporunità didattiche e professionali.

GLI INTERVENTI DEI RELATORI

PAOLO NIGRO

GIOVANNI GUGLIOTTI

GIANROCCO DE MARINIS

DONATO ANTONACCI

ROCCO PERNIOLA

ROBERTO BARBERIO

VINCENZO CALABRESE

VITO GIUSEPPE LEOPARDO

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